Lo zucchero

Zucchero da barbabietola

La coltivazione della barbabietola risale all’impero babilonese, ma solo attorno al 1700 della nostra era ci si accorse che conteneva zucchero. Ci vollero parecchi anni prima che si mettessero a punto tecniche di estrazione efficaci. Chi diede un forte impulso alla sua coltivazione e lavorazione in Europa, per motivi economici e politici ( per non dipendere cioè dai paesi produttori di zucchero di canna ), fu Napoleone Buonaparte.
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Zucchero da barbabietola

La coltivazione della barbabietola risale all’impero babilonese, ma solo attorno al 1700 della nostra era ci si accorse che conteneva zucchero. Ci vollero parecchi anni prima che si mettessero a punto tecniche di estrazione efficaci. Chi diede un forte impulso alla sua coltivazione e lavorazione in Europa, per motivi economici e politici ( per non dipendere cioè dai paesi  produttori di zucchero di canna ), fu Napoleone Buonaparte. Intorno alla metà del secolo XIX, grazie soprattutto a un’accurata selezione delle piante, l’industria dell’estrazione dello zucchero dalla barbabietola fece infine progressi decisivi, contrastando il monopolio dello zucchero da canna.
La coltivazione parte con la semina in marzo e si conclude a fine agosto/settembre; raccolte, pesate e lavate, le barbabietole sono tagliate a fette, che prendono nome di“ fettucce“.
Segue la fase della “ diffusione “, cioè della vera e propria estrazione che si ottiene facendo entrare le fettucce in un cilindro in cui circola acqua calda in senso inverso a quello dell’entrata delle fettucce. L’acqua si arricchisce cosi dello zucchero contenuto nelle fettucce divenendo “ sugo greggio “ che viene poi depurato e filtrato divenendo un sugo chiaro, detto “ leggero “.
Attraverso degli evaporatori si elimina l’acqua e il denso sugo ottenuto si mette in un ambiente “bolla di cottura” sotto vuoto a 0,5 bar e + 80°c. In queste condizioni il sugo cristallizza, e otteniamo un cristallo biondo “ color grezzo” che viene turbinato per eliminare acqua. Passato poi in latte di calce che ne controlla il ph, quindi sciolto in acqua bollente, filtrato, rimesso in bolla di cottura di raffineria. A cristallizzazione avvenuta avremo zucchero bianco, che turbinato e asciugato con un getto di aria calda è pronto per il confezionamento e la commercializzazione.

Sadam stabilimento di Jesi

L’impianto di Jesi viene progettato e costruito all’inizio degli anni settanta, con l’obbiettivo di fronteggiare la nuova concorrenza europea, determinata dall’avvento della regolamentazione CEE nel settore dello zucchero.

Progettato sulla base dell’esperienza acquisita con lo stabilimento di Fermo di pochi anni prima, l’impianto di Jesi rappresenta ancora oggi, dopo più di trent’anni, uno dei maggiori e più efficienti siti produttivi italiani, grazie anche ai continui miglioramenti nel corso degli anni.

Lo stabilimento si sviluppa su una superficie di 500 mila metri quadri. Durante la campagna saccarifera nell’arco di una giornata si ricevono bietole fino ad un massimo di 14,000 tonnellate, di cui 12,000 vengono lavorate, per una produzione di zucchero pari a 1350 tonnellate.

Al fine di migliorare la gestione complessiva dell’impianto, nel 2001 è stata costruita una centrale termoelettrica in partenership con Edison s.p.a. Questa centrale fornisce vapore prodotto in cogenerazione per una quantità pari a 90 ton/h a 6 bar di pressione 180°c di temperatura. Questo nuovo assetto energetico riduce l’elettricità prelevata dalla rete pubblica fini a 6 mw, permettendo un abbattimento dei costi globali dello zucchero pari a 15%

Per continuare a mantenere la leadership in Italia e poter competere con i produttori europei, nel 2004 è stata avviata la progettazione di un impianto di cromatografia.

Questo impianto attivo all’estate del 2006 lavora per 330 giorni l’anno assorbendo energia esclusivamente dalla centrale turbogas, e recuperando quasi 90% del saccarosio contenuto nel melasso. Da quest’ultimo, infatti, si ricava zucchero, sotto forma di estratto,betaina, utilizzata nell’industria mangimistica e cosmetica, e melassino, per la fermentazione e la produzione di fertilizzanti e mangimi.

L’estratto inviato alla cristallizzazione permette di ottenere zucchero in misura dell’ 82% del saccarosio contenuto nel melasso iniziale, migliorando complessivamente di 5 punti la resa dello stabilimento di Jesi.

Lo stabilimento di Jesi termina la lavorazione delle bietole da zucchero il 12 settembre 2007
Le immagini sono state realizzate il 10 settembre 2007 alle ore 17,30

La barbabietola da zucchero nella valle Esino

A Jesi nel 1936 nasce la prima fabbrica “ SADAM “ ( Società Anonima Distillerie Agricole Marchigiane ) sorgeva in zona santa Maria dietro al Consorzio Agrario produceva distillati, mangimi e torula.

Eravamo in contrada Montelatiere a San Marcello tra i primi a piantà le barbabietole, erano i primi anni 40, venivane piantate per pia gli strusci che davamo alle mungane.
Gli struci erano la merce di baratto per le barbabietole consegnate.

Se carpiane a mà coi rampini lavori per gli omini, le donne dietro con le falcette le sculettava
sè rcogliea le brance che caricate sulla trea se portava a casa, servivane per da da magnà alle bestie.

Se consegnava a Jesi, se portava giù col biroccio con le bestie, la fila dei birocci arrivava fino al cascamificio ( circa un chilometro ). Dopo la guerra il trasporto se facea coi cami. Per carpille se faceva insieme tra i vicinati, perche per rimpì il cassò del camio ce ne volea tante.

Dalle memorie della famiglia Negromanti

Strusci : “ struscio “ materiale di scarto derivato dalla lavorazione della barbabietola
Sculettavane : “scolletatura “ togliere le foglie e il colletto dalla radice
Trea : mezzo agricolo di carico senza ruote trainato per scorrimento dagli animali o dal trattore
Mungane : vacche pezzate bianche e nere per la produzione del latte
Ranpi : attrezzo agricolo composto da due corni ricurvi con manico per estrarre a mano le Barbabietole
Torula : lievito alimentare estratto dal melasso
Melasso : acqua madre residua dopo l’estrazione dello zucchero dal sugo
Cascamificio : fabbrica per la lavorazione della seta